INTERVISAT ALLA DOTT.SSA SONIA ROSSI. LOGOPEDISTA ESPERTA IN DSAP
“Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà l’intera vita a credersi stupido”. A. Einstein
Chi è Sonia Rossi?
Sonia Rossi ha conseguito la Laurea in Logopedia presso l’Università degli Studi di Siena in data 14/11/08 con valutazione 110 su 110 e la laurea magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie presso lo stesso Ateneo in data 24/04/15 con valutazione 106 su 110.
Lavora da gennaio 2009 in libera professione e per alcuni periodi ha collaborato con Centri di Riabilitazione Privati Accreditati. Dal 2015 esegue solo la libera professione ed è specializzata soprattutto nel trattamento dell’Età Evolutiva: si occupa principalmente di disturbi del linguaggio e dell’apprendimento, terapia miofunzionale e trattamento dei disturbi vocali (sia in bambini che adulti).
Nel corso dell’anno 2019 ha conseguito il Corso DSAp – I disturbi degli apprendimenti scolastici e i disturbi del neurosviluppo (100 ore) presso il Centro MeMe di Campi Bisenzio (FI) con l’obiettivo di entrare a far parte di una equipe accreditata per la Diagnosi di DSAp.
Attualmente esercita la sua attività nel Valdarno presso lo studio di Psicologia e Logopedia a San Giovanni V.no ( AR).
Intervista semi-strutturata
A: Dott.ssa di che cosa si occupa?
S: Seguo prevalentemente bambini con disturbi del linguaggio e disturbi dell’apprendimento.
A: Lavora individualmente o con altri professionisti?
S: Lavoro in equipe multidisciplinare insieme a due psicoterapeute e una psicologa esperta in area neuropsicologica.
A: Come mai la scelta di lavorare in equipe?
S: All’inizio della mia professione lavoravo individualmente ma sentivo la mancanza di un inquadramento più globale necessario ad identificare maggiormente le problematiche del bambino. Con un approccio multidisciplinare si riesce, integrando le varie osservazioni/valutazioni, a pianificare un intervento più mirato alle reali necessità del bambino.
A: Come vi arrivano le richieste di valutazione?
S: In alcuni casi sono i pediatri a indirizzare i bambini verso la valutazione, a volte possono essere gli insegnanti oppure è la famiglia stessa che individua una problematica e vuole capire se può aiutare in qualche modo il bambino. Gli invii diretti arrivano spesso tramite il passaparola tra mamme.
A: In base all’origine dell’invio c’è una differenza di consapevolezza dei genitori sulla natura del problema?
S: Per la mia esperienza, quando la presentazione di una problematica arriva dagli insegnanti la famiglia si trova sempre un pò spiazzata. C’è chi tende a minimizzare la situazione e le difficoltà, c’è chi prova un senso di colpa per non aver individuato la situazione di difficoltà. Per quanto riguarda gli apprendimenti sono gli insegnanti che segnalano il problema oppure è la famiglia che nota a casa un affaticamento nello svolgimento dello studio o dei compiti nonostante i buoni risultati scolastici. Quando gli invii arrivano dal pediatra la famiglia di solito è stata informata sulla problematica ed inviata dallo specialista. Il pediatra rileva problematiche nei bambini più piccoli sullo sviluppo del linguaggio più che difficoltà sugli apprendimenti.
A: Il grado di comprensione e accettazione del problema da parte dei genitori influisce sulle prestazioni generali del bambino?
S: Sicuramente! Una famiglia che riesce ad accettare e vivere la difficoltà di apprendimento come una caratteristica del bambino e non come una problematica sarà un punto di sostegno costruttivo per le abilità che il bambino andrà a sviluppare. Viceversa se c’è una chiusura e il timore di affrontare la situazione questo diventa un peso ulteriore alla fatica che il bambino già compie nello svolgimento delle attività scolastiche.
A: Le è capitato di riscontrare che i sintomi tipici dei DSAp fossero la manifestazione di un disagio che origina dal clima e da problematiche familiari?
S: Sì! Per questo sarebbe sempre opportuno eseguire oltre alla valutazione cognitiva e delle abilità di apprendimento una valutazione emotivo-relazionale del bambino per escludere che alcune manifestazioni siano la risultante di tali fattori. Solitamente la valutazione di un DSAp prevede l’inquadramento cognitivo e delle abilità di apprendimento (lettura, scrittura e calcolo), ma non una valutazione delle componenti emotivo-relazionali. Può accadere che bambini che soffrono di un disagio emotivo vengano classificati come DSAp.
A: Qualora l’origine delle sintomatologie siano di tipo emotivo-relazionali che tipo di intervento ritiene opportuno proporre?
S: Se dalla valutazione globale emerge prioritaria una problematica di natura emotivo-relazionale l’equipe suggerisce un intervento psicoterapeutico, magari affiancato da un percorso logopedico di potenziamento delle competenze scolastiche.
A: La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza.
S: Grazie a Lei per aver preso in considerazione il mio punto di vista.