La disortografia evolutiva
La disortografia è un disturbo dell’apprendimento che crea difficoltà nella transcodifica dal linguaggio parlato a quello scritto. Apprendere la conversione fonema-grafema e la successiva automatizzazione del riprodurre graficamente tutti i suoni della parola ascoltata è, per il bambino disortografico, un compito che comporta grandi sforzi. La parola sentita viene riportata solo parzialmente omettendo e/o sostituendo lettere che abbiano una sonorità simile tipo la v e la f, la p con la b e la c con la g; oppure lettere graficamente speculari o simili come la E e la F o la p con la q.
Il bambino disortografico è in grado di ripetere tutte le parole ma non riesce a scriverle. Conosce le parole ma non è capace di riportarle graficamente, riconosce la differenza tra parole simili ma può scriverle nella stessa maniera.
Come per la dislessia anche la disortografia presenta una incostanza nelle prestazioni (a volte scrive correttamente a volte no) in quanto, anche in questo caso, il bambino non riesce a registrare in memoria i processi necessari per eseguire il compito. Nella disortografia sono coinvolti i processi grafo-motori che permettono di scrivere le lettere attraverso il recupero nella memoria delle sequenze motorie necessarie per poter riprodurre graficamente ogni singola lettera costituituente la parola.
La prima fase del processo di transcodifica dei suoni in segni è possibile grazie alle abilità metafonologiche, ovvero quei processi che permettono di esaminare separatamente i fonemi che compongono le parole. Questa competenza di segmentazione fonemica è indispensabile per imparare a scrivere e per svilupparla è necessario che il bambino abbia stabilizzato la comprensione e la produzione del linguaggio verbale che, nello sviluppo tipico, avviene verso i 3 anni di età. Verso i 4 o 5 anni i bambini sono in grado si suddividere verbalmente le parole nei loro segmenti costituenti, quindi prima sillabe e poi fonemi, di discriminare suoni simili, di riconoscere e produrre rime, di isolare, aggiungere o invertire fonemi tra parole date. Questa capacità di riconoscere e operare delle trasformazioni sui suoni costitutivi della parola, rappresenta un prerequisito fondamentale per accedere al linguaggio scritto (Stella, 2018).
Tale capacità metafonologica nei bambini disortografici viene acquisita più lentamente, rendendo faticoso il compito di scrivere correttamente le parole ascoltate nonostante siano in grado di applicare le regole ortografiche. Questo aspetto lo si può osservare durante gli esercizi di dettatura in cui il bambino si mostra capace di scrivere correttamente le parole dettate isolatamente, ossia una per una, dimostrando quindi di conoscere le regole ortografiche, ma sbagliarle se inserite all’interno di un brano più complesso.
Questa immaturità delle capacità metafonologiche si associa ad un deficit della memoria di lavoro, la quale svolge un ruolo importante nel recupero della forma delle parole (come si scrivono) e il suo significato. La memoria di lavoro fa sì che si possa tenere a mente un’informazione per il periodo di tempo necessario allo svolgersi di un compito, ed è una delle funzioni cognitive più coinvolte nell’apprendimento, in quanto permette di tenere a mente ciò che è appena stato letto e memorizzare successivamente in modo stabile le informazioni.
Durante un dettato, ad esempio, per il bambino disortografico il carico di lavoro cognitivo è molto alto perché si trova costretto a fare la transcodifica fonema-grafema e, contemporaneamente, a memorizzare le parole appena ascoltate per poterle poi scrivere. Per questo bambino è utile potersi concentrare su un compito alla volta per poterlo svolgere con più facilità. Questi errori vengono spesso presi per disattenzione o svogliatezza nell’eseguire il compito, ma sono sintomi in realtà di difficoltà vere e proprie che se sottovalutate, o valutate male, possono aggravare le difficoltà ed il disagio emotivo nell’apprendimento.
BIBLIOGRAFIA
STELLA G. (2018), Mio figlio non riesce a leggere e…, Giunti, Firenze
VIO C. e TRESSOLDI P.E. e LO PRESTI G. (2012), Diagnosi dei disturbi specifici dell’apprendimento scolastico, Erickson, Trento