La facilitazione dei processi formativi
Nel facilitare i processi formativi vanno tenute presenti vari aspetti che concernono la relazione a partire da un autoregolazione, determinata da autoconoscenza, del facilitatore. Saper stare in relazione con l’altro è la base della facilitazione e lo scambio emotivo, cognitivo e istintivo che avviene nel processo è il motore che trasforma e fa crescere.
E’ una ‘danza energetica’, uno scambio impalpabile ma intenso tanto appagante quanto a volte frustrante. Uno processo di scoperta di se stessi attraverso l’altro in uno scambio reciproco guidato da un metodo, da una ricerca di autenticità e di espansione del cuore.
Questo modo di facilitare si appoggia sul metodo pedagogico della Clinica della Formazione Familiare che ha come chiave di osservazione la ricerca dei valori e delle norme, degli stili relazionali e degli aspetti formativi familiari impliciti ed espliciti che si manifestano nella relazione e durante le attività.
La pratica relazionale fonda le sue conoscenze sull’approccio umanistico esistenziale che vede nell’altro una naturale tendenza ad esprimere se stesso e a cercare una strada per manifestare la propria unicità. Questo approccio mette il facilitatore nella posizione del regolatore, di se stesso innanzi tutto, così da poter lasciare spazio all’altro di esprimersi e sentirsi al centro dell’interesse e
dell’ascolto, dentro un clima relazionale che promuove la fiducia, il calore, l’accoglienza e l’amore.